venerdì 11 aprile 2008

Storia di una sera d'inizio primavera

Nebbia, pioggerellina.
Dalla finestra del settimo piano di un palazzo di vetro il protagonista assiste distratto ad un altrettanto distratto tramonto.
E' venerdi sera e l'ufficio e' ormai deserto. Il protagonista da' il comando di spegnimento al pc prima di andare in bagno, in un'inutile rituale di ottimizzazione dei tempi.
Nei pochi passi fino all'auto decide di non tornare a casa come tutte le sere, ma di andare a vedere un film, magari italiano, e prendere una pizza da mangiare a letto in seconda serata.
La decisione e' quasi obbligata: a casa il coinquilino ha l'influenza e, pertanto, si prefigura come perfetto esempio moderno di untore.
Il cinema non e' lontano e, stranamente, trovare parcheggio risulta piu' facile del previsto. La fila al botteghino e' breve giusto il tempo di decidere, fra le proiezioni in ballottaggio, quella con piu' posti liberi in sala; il film non delude e, anzi, riesce a sollevare quegli interruttori interno che fanno in modo che il progatonista, una volta uscito e rimessosi in macchina, inizi a pensare.
Pensare e' quanto di peggio si possa fare di venerdi sera, con un week end davanti e nessun buon proposito da mettere in atto se non quello di non dimenticare di aggiungere l'igienizzante al carico della biancheria.
Cosi' il protagonista si mette alla guida e riflette. Riflette su che vita sta vivendo e sulle scelte che ha fatto. In realta' il protagonista sa che le scelte non si fanno, ma si "formano" giorno per giorno, come sa che ogni convinzione di oggi puo' cambiare domani e sa che nulla puo' darsi per scontato.
La strada e' vuota, la macchina scivola discreta sull'asfalto fra insegne e lampioni che colorano di toni sbiaditi la notte nebbiosa.
La prima delle pizzerie da asporto chiude la saracinesca in faccia al protagonista appena sceso dalla macchina. La seconda lo accoglie fra sedie capovolte sui tavoli e il sorriso sinceramente dispiaciuto del piazzaiolo egiziano che ha spento il forno ormai da un po'.
Cosi il protagonista si rassegna a una cena figlia del microonde, consolandosi del fatto di avere una casa in cui c'e' una stanza che e' ormai il suo mondo privato e prezioso in cui poter entrare, stendersi sul letto e scrivere una storia di una sera di inizio primavera ...

1 commento:

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