mercoledì 31 ottobre 2007

Il presidente si sposa!!!!!

Oggi mi sento di buon umore. Quasi inquieto per la contentezza.
Il motivo?
Il presidente del Reggio Calabria Linux User Group (uno dei piu' organizzati e affiatati LUG d'Italia, di cui io mi pregio di essere vice presidente) mi ha annunciato il suo matrimonio.
Per cui auguri a eddy22, per gli amici eddy, al secolo Pietro e alla sua futura sposa Gaia (a cui sono debitore di una buonissima cena).
Sono davvero contento per entrambi. Per eddy, perche' Gaia e' simpaticissima: di quelle persone che ti iniziano a stare simpatiche da subito; e poi anche perche' penso che sia l'unica donna al mondo (e con il termine donna si vogliono naturalmente escludere le "?donne?" che lavorano nel campo dell'informatica applicata) che conosce gli amici del proprio compagno anche per nick!!!!!
Per Gaia, perche' conosco il presidente e so che persona in gamba sia.
Ragazzi AUGURI! Sono felice per voi!

Un suggerimento per il nome del primogenito?
maxive ovviamente :D

lunedì 29 ottobre 2007

Qui non si sa piu' quanto stiamo antanto su questa tera!

Vestita interamente di nero, piercing al di sopra del naso in mezzo agli occhi, trucco accentuato fatto di colori funerei a nascondere la naturale solarita' degli occhi di una ragazza adolescente.
Capelli di un giallo ostentatamente fasullo, a tratti lunghi a tratti rasati fino alla cute.
E' seduta sul treno, in mano il cellulare collegato con gli auricolari ad ascoltare musica. Da sola.
Il cellulare squilla, quella specie di piccola premonizione data dal vibracall la fa rispondere in una frazione di secondo: e' Titta. Titta deve essere la sua amica del cuore, almeno a giudicare dall'entusiamo adolescenziale che si sprigiona dalla sua voce e dall'espressione del suo viso e che nessun fondo tinta puo' nascondere. Ha comprato la tinta viola a Torino, Titta deve assolutamente andare a casa sua stastera, per farle la tinta; si dopo cena va bene, poi stasera parleranno anche del concerto a Milano e del biglietto che "te lo regalo io, non ti preoccupare".
La telefonata si conclude. E' ancora visibilmente felice. Di quella felicita' pura, semplice, sincera: quel tipo di gioia che nessun acquisto, nessun regalo, nessun oggetto materiale ti puo' dare.
Se al posto mio, seduto sul treno, ci fosse stato un non vedente, avrebbe dato a quella voce entusiasta il volto di una ragazzina acqua e sapone, magari con il grembiule e il fiocco.
Adesso la musica continua a sentirla, ma la canticchia pure, chiudendo gli occhi.
Succede ancora: "Pronto! Ciao Titta!". Ancora Titta?
No. E' un'altra titta: tutte le sue amiche le chiama titta.
"Sto tornando... si ho comprato la tinta viola ... no viene stasera a casa mia ... no, non so se usciamo, magari dopo la tinta ... ciao titta ... ciao".
Il tono e' quello di prima: semplicemente contenta.
Passa qualche minuto, altro squillo. Stavolta niente entusiasmo, niente sorriso ... niente titta.
E' il padre della ragazza, che deve prenderla alla stazione: il colloquio ha dei toni depressi, il tono di voce della ragazza e' infastidito, sembra che le parole ascoltate la stanchino irrimediabilmente.
Mi dico che e' normale forse: quale adolescente non ha avuto il rifiuto dei propri genitori e delle loro idee" senza senso", dei loro discorsi "vecchi"?
E' solo che questa ragazza lo incarna quel sentimento che tutti abbiamo provato, con il suo abbigliamento e il suo modo di essere ... o forse di voler essere. Avrei voluto essere un bravo disegnatore, per fissare su un foglio quel volto che mi ha colpito tanto per cio' che rappresentava.

Col tempo si impara che a volte le idee dei propri genitori non sono cosi' "senza senso" e che i loro discorsi non sono cosi' "vecchi".

Un giorno forse lo scoprira' anche lei, come siamo destinati a scoprirlo, prima o poi, quasi tutti.

Ecco la strofa della canzone di Eric Clapton che mi ha ispirato
...
Then the light begins to shine and I hear those ancient lullabys.
And as I watched this seedling grow, feel my heart start to overflow
When will I learn the words to say? How do I teach him? What do we play?
If I did, I'd realize
That's when I need him, that's when I need my father's eyes.
...

My Father's Eyes - Eric Clapton

martedì 23 ottobre 2007

C'era una volta ....

C'era una volta l'automobile italiana: un prodotto di eccellenza che aveva pochi rivali. All'avanguardia nella tecnologia, nello stile, nella cura dei particolari, nella cura dell'immagine.
C'era una volta l'industria italiana che progettava queste automobili e le produceva seguendo la linea guida della qualita' e, soltanto dopo, del profitto.
C'era una volta il management italiano che mandava avanti quest'industria. Capitani d'azienda che non andavano a produrre in paesi con economie depresse per pagare 10 volte meno la classe operaia; che non "esternalizzavano" qualsiasi attivita' producendo un sitema lavoro surreale e sballato; che contemplavano, all'interno dell'azienda, ruoli quali l'"istruttore".
Oggi suona strano: "Che lavoro fai?" - "L'istruttore del reparto assistenza".
Eppure queste erano frasi che si potevano sentire quarant'anni fa, quando il primo principio trainante di un'industria era lo sviluppo.
Gli istruttori oggi?
Oggi ti volgiono neolaureato, con gia' 4 anni di esperienza e la croce d'argento al merito per aver salvato 300 persone da uno tzumami.

Comunque (come al solito mi lascio trasportare), queste industrie, queste persone, questi lavoratori li ho letteralmente "respirati" nella visita che ho avuto il privilegio di poter fare presso uno dei padiglioni della fabbrica della Lancia di Via Caraglio a Torino (in cui sto lavorando e che presto verra' rasa al suolo): 4 ore indimenticabili di storia dell'automobile Lancia raccontata dal Dott. Masala, a cui va la mia gratitudine.

Ho fatto centinaia di foto che spero di rendere disponibili al piu' presto sul mio account flickr.

Far finta di essere sani

Vivere, non riesco a vivere
ma la mente mi autorizza a credere
che una storia mia, positiva o no
è qualcosa che sta dentro la realtà.

Nel dubbio mi compro una moto
telaio e manubrio cromato
con tanti pistoni, bottoni e accessori più strani
far finta di essere sani.

Far finta di essere insieme a una donna normale
che riesce anche ad esser fedele
comprando sottane, collane, creme per mani
far finta di essere sani.
Far finta di essere...

Liberi, sentirsi liberi
forse per un attimo è possibile
ma che senso ha se è cosciente in me
la misura della mia inutilità.

Per ora rimando il suicidio
e faccio un gruppo di studio
le masse, la lotta di classe, i testi gramsciani
far finta di essere sani.

Far finta di essere un uomo con tanta energia
che va a realizzarsi in India o in Turchia
il suo salvataggio è un viaggio in luoghi lontani
far finta di essere sani.
Far finta di essere...

Vanno, tutte le coppie vanno
vanno la mano nella mano
vanno, anche le cose vanno
vanno, migliorano piano piano
le fabbriche, gli ospedali
le autostrade, gli asili comunali
e vedo bambini cantare
in fila li portano al mare
non sanno se ridere o piangere
batton le mani.
Far finta di essere sani.
Far finta di essere sani.
Far finta di essere sani.

Gaber - Luporini
1973

giovedì 18 ottobre 2007

La macchinetta del caffe'

Forse non tutti sanno che ... ogni tanto mi piace scrivere delle poesie. Attenzione pero': non delle poesie impegnate che vengono fuori da eremitaggi intellettuali; non delle poesie d'impegno sociale intrise di amarezza e di speranza; e nemmeno poesie del tipo "il fiore dell'amore del mio cuore...".
Niente di tutto questo. Le mie poesie sono carmi, scritti in un linguaggio pseudoarcaico che si rifa' al volgare.
Per quanto riguarda la metrica, sono quartine di endecassilabili (liberamente non rispettati) con schemi delle rime per lo piu' di tipo alternato.
Ora, non e' che scrivo endecasillabi perche sono pazzo ... oddio... quanto perche' a volte mi piace lasciare traccia di un avvenimento o di una situazione in questo modo e condividerli con qualcuno.
Nel tempo mi sono "commercializzato" e a volte scrivo i carmi su commissione: quando un collega lascia l'ufficio per un nuovo lavoro, quando si festeggia qualcosa, ecc... Ovviamente senza fini di lucro.
Ho scoeprto che negli anni, inevitabilmente, i file con i carmi vanno perduti nei vari incidenti ai miei hard disk, nei passaggi di computer e via di seguito. Peccato.
Speriamo che mettendoli su un blog, il cui spazio fisico di memorizzazione e' gestito da Google, possano durare un po' di piu'.
Eccone uno.
Per capirlo va introdotta la situazione: in ufficio ci sono dei didtributori di bevande, cibo confezionato e porcherie varie. Il distributore deputato all'erogazione del caffe' e affini (detto "la macchinetta del caffe'") e' solito, ogni tanto, non accreditare le monete inserite sulla chievetta che consente l'erogazione: si mangia i soldi.
Ora, a fronte di questi episodi spiacevoli e ripetuti, e' consuetudine degli avventori di incollare sulla macchinetta un post-it con sopra il nome, il numero di stanza e l'importo defraudato. A intervalli regolari passa l'addetto dei distributori (detto in tutto il mondo "l'omino della macchinetta") e, dopo essersi sincerato della veridicita' di quanto scritto nei foglietti (i soldi "mangiati" in realta' cadono fuori dal contenitore apposito interno), restitusce il maltolto a ognuno.
Capita, a volte, che dei post-it scherzosi siano attaccati alla macchinetta, per cui l'omino deve leggere i foglietti, scartare quelli fallocchi e fare il giro dei creditori.
Si sa' che ogni tanto ognuno di noi ha un giorno storto: fatto sta che un giorno l'omino, esasperato dai fogliettini, strappo' via il mio post-it (scherzoso ma reale) e non mi consegno' la somma che mi spettava!
Inutile consumarsi il fegato per qualche spicciolo: meglio cogliere l'occasione per affiggere sulla macchinetta, con una striscia di adesivo su ogni lato, un foglio recante la seguente invettiva (sempre scherzosa ... ovviamente).


Canterovvi di mi sorte amara
che negommi lo gusto di bevanda:
di erogarla macchinetta fu si avara
pur s'io assolsi di moneta la domanda.

Ah, di delusion si forte
su rosea pergamen traccia lasciai;

eppure mie ragion non furon colte
e quel che dimandai non ebbi mai!


Anatema su di te feral congegno!
Che di consulente pecunia ti nutristi!
Gia' piu' non chiedero' lo tuo sostegno,
che altro consulente si rattristi!

mercoledì 17 ottobre 2007

Restart

Il mio vecchio blog e' da un po' offline. Lo spiacevole inconveniente è stato dovuto, in un primo momento, all'avaria del mio server casalingo su cui risiede il blog stesso e, in un secondo momento, ai problemi tecnici della mia linea adsl (si ringrazia Telecom per la prontezza e la solerzia: e' da più di un mese che sono senza linea adsl).
Allora mi sono deciso, ultimo a spronarmi l'amico Mario, a mettere su un blog su hosting (aggratise naturalmente) . Il mio progetto iniziale era migrare il blog cosi' com'era ma, per ricominciare a scrivre subito, apro questo nuovo blog e, man mano, recuperero' i vecchi post e li ripubblichero'.

Potete raggiongere questo nuovo blog attraverso l'indirizzo che vedete nella barra degli indirizzi o anche attraverso quello vecchio (http://maxiveblog.ath.cx) : in questo modo tutti i magnanimi amici che hanno messo un link al mio blog sul loro blog/sito potranno lasciarlo e non preoccuparsi di aggiornarlo.

A presto
maxive