domenica 26 luglio 2009

Pasta fredda con zucchine

Oggi a pranzo pasta fredda con un po' di roba dentro; base di tutto: due zucchine in padella.
E qui si leva il coro di (da Nord a Sud) "e alura?" - " e sticazzi" - "e ora m'ha tadju".
Bene.
Pero' in realta' queste due zucchine hanno anche un significato che va al di la del loro valore nutrizionale ed e' il seguente (devo sbrigarmi a scriverlo prima che suonino al campanello gli infermieri con la camicia bianca): riesco ad abituarmi.

Riesco ad abituarmi un po' a tutto.
Negli ultimi anni ho dovuto e saputo abuituarmi a molte cose: al traffico caotico delle grandi citta', ad un'alimentazione controllata e organizzata, al lavoro e al modo di affrontarlo, al relazionarmi alle persone in maniera sempre piu' diversificata in base alle situazioni e ai ruoli.

Le zucchine, il cavolfiore, i broccoli e tutto cio' che puzza a cucinarlo sono l'emblema di questo mio lento e fisiologico cambiamento: cosi' come ho fatto l'abitudine ad alimenti che un tempo non mi sognavo non solo di cucinare, ma nemmeno di mangiare nel miglior ristorante, allo stesso modo ho imparato a gestire situazioni che in gioventu' erano estranee al mio modo di vivere (e devo dire che sono tante).

Alla fine credo che l'abituarsi sia sintomo di crescita, di evoluzione.
A patto che "abituarsi" significhi "migliorarsi e non "rassegnarsi".

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